In un’inedita versione da capimastri, gilet catarifrangenti arancioni ed elmetti, in una luminosa giornata di fine settembre, gli “Amici” hanno visitato il cantiere del Parco della Musica, il nuovo Maggio. Fuori dal cancello, prima della vestizione di sicurezza, erano palpabili le speranze e le diffidenze. Si sprecavano gli enunciati. Ma ecco che dalla polvere, sollevata da 350 operai al lavoro dalle 6 alle 23, e spesso anche di notte, è apparso l’auditorium. Bello, rivestito di gres fotografato con effetto di marmo “leggero”, uno scalone verso la cavea bianca. La torre scenica di mattoni di cotto grigi dalle decine di riflessi. La sala rivestita di metallo ramato. Bello, europeo. L’acustica studiata da tecnici del suono di Monaco di Baviera.

E bella la vista, da lassù, non solo della Firenze splendida che non smette di stupire, ma anche dell’altra, quella di periferia. La vista, finalmente, su un’unica, grande città. La musica trait d’union, come sempre.

E le poltrone saranno comodissime, garantisce il maestro Mehta.