Per il teatro, per la Città

Essere o non essere amici di un ente lirico è questo, oggi, il problema?

Nel 2012 l’Associazione Amici del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino celebrerà 25 anni di esistenza. Si tratta di una data importante che richiede un esame di coscienza attraverso la rilettura della storia dell’associazione per capire quale sia stata l’evoluzione del suo rapporto con il teatro e lo sviluppo del suo ruolo di intermediario fra il pubblico ed il teatro stesso. A conclusione della nostra riflessione dovremo fare un bilancio delle cose fatte e di quelle che non siamo riusciti a realizzare e, alla luce della situazione attuale, stabilire se la nostra esistenza abbia ancora un senso e se vi sia sempre la possibilità per gli “amici” non solo di essere un sostegno per il nostro teatro ma anche di svolgere un ruolo nella realtà culturale fiorentina per la diffusione e la conoscenza della musica.

L’associazione voluta dal sovrintendente Giorgio Vidusso e da un piccolo gruppo di Soci Fondatori sostenuti dalla Cassa di Risparmio, doveva, fin dall’inizio secondo il loro comune intento espresso chiaramente nello statuto, assecondare il Teatro nelle sue iniziative, agevolare il suo contatto con il pubblico, stimolare l’interesse per le produzioni del Teatro del Maggio ed essere un elemento di sostegno sempre presente.

Ma quale poteva essere il sostegno richiesto in un momento storico che vedeva il Teatro navigare in acque relativamente tranquille per quanto riguardava la sua gestione finanziaria? Il Teatro del Maggio (allora Comunale) aveva bisogno di noi per migliorare il suo rapporto con il mondo esistente al di la’ della cerchia degli appassionati e fedelissimi frequentatori dei suoi spettacoli. Essi formavano allora un gruppo molto numeroso (vi erano infatti pochi problemi per riempire il Teatro) ma si avvertiva che i tempi stavano cambiando e che il Teatro avrebbe dovuto in un futuro prossimo, ricercare delle aperture verso un pubblico nuovo.

Il mondo della cultura vedeva infatti da alcuni anni modificarsi con sorprendente velocità l’approccio delle persone nei confronti delle realtà artistiche. I musei come le sale da concerto per più di un secolo considerati quali templi della cultura e come tali inavvicinabili ai più e frequentati per la maggior parte dai rappresentanti della élite intellettuale e sociale delle singole nazioni. Si verificava a partire dagli anni’70 l’avvento di un nuovo pubblico, certamente meno preparato, ma spinto dalla forza di una curiosità intellettuale estremamente vivificante. I musei americani ed europei si erano presto premurati di affrontare positivamente la richiesta dei nuovi visitatori con iniziative destinate a fare sì che le opere d’arte fossero per loro più vicine e più intelligibili. I risultati estremamente positivi di questa politica li vediamo quotidianamente a Firenze contemplando le code infinite davanti ai nostri musei che rappresentano una realtà impensabile solo 30 anni fa.

Nel campo della musica quasi tutto era ancora da fare ed il nostro statuto, anche in questo caso, indica chiaramente come questo tema fosse presente ai fondatori visto che il secondo scopo che l’associazione si propone è la promozione sia della cultura musicale che dell’ascolto della musica, due temi che nelle strutture scolastiche e nei media del nostro paese erano, e sono tuttora, quasi del tutto assenti. Promuovere la conoscenza e l’avvicinamento alla musica significava aiutare il Teatro a svolgere quella funzione di crescita culturale e civile che conferisce un preciso significato al sostegno finanziario che il nostro stato deve assicurare alle fondazioni musicali.

La prima richiesta esplicita del sovrintendente Massimo Bogianckino ci spingeva ad aprire le porte del Teatro verso il mondo: ci invitava infatti ad aderire al gruppo europeo degli amici degli enti lirici, denominata FEDORA, permettendoci di creare una sorta di “gemellaggio” fra gli amici di Firenze e quelli di Parigi, Londra, Bruxelles o Praga. Quando ci presentammo alla prima riunione a Parigi fu subito chiaro che c’era molto da fare; per la maggior parte degli intervenuti il nome di Firenze evocava gli Uffizi ed il Bargello mentre l’optimum dell’attività lirica in Italia aveva un solo nome “la Scala” al punto che quasi nessuno fra i delegati delle varie associazioni era mai intervenuto al Festival del Maggio. Attraverso gli anni questo stato di cose è cambiato visto che siamo stati per molti anni membri del consiglio di FEDORA e che abbiamo portato in varie occasioni gruppi internazionali di amici per assistere ai nostri spettacoli facendo sì che per tutti loro Firenze diventasse anche sinonimo di eccellenza musicale.

Il sovrintendente Francesco Ernani ci chiese, negli anni ‘90, di collegarci con i vari quartieri fiorentini per presentare gli spettacoli previsti dal Teatro del Maggio; da allora il nostro gruppo di volontari porta avanti questo compito con fedeltà, entusiasmo e grande serietà. Ci sarebbe ancora molto da fare, per esempio allargare l’iniziativa alle zone periferiche di Firenze e speriamo, a tale scopo, di poter ampliare il numero dei nostri volontari.

Oltre all’azione nei quartieri abbiamo avviato dall’inizio del 2000, in collaborazione con l’ufficio scuola del Teatro, la presentazione di opere nelle scuole superiori fiorentine preparando gli studenti prima di assistere ad uno spettacolo d’opera e spesso tornando una seconda volta a scuola per scambiare con loro le impressioni su quello che avevano visto e sentito.

Un’altra iniziativa culturalmente importante, il programma chiamato “Convergenze: Arte, Musica, Storia e Letteratura”, nacque per rispondere ad un desiderio del direttore artistico Cesare Mazzonis. Si trattava di organizzare cicli di conferenze tenute da specialisti che accompagnassero gli spettacoli del Maggio per mettere in evidenza i legami esistenti fra l’opera lirica, la letteratura, la storia e le arti figurative. Gli incontri, affidati ad importanti esponenti della cultura italiana si svolgevano in sedi prestigiose come musei, biblioteche, istituti di cultura cercando, in tal modo, di stabilire un legame particolare fra il Teatro del Maggio ed il Gabinetto Vieusseux, i Musei di Palazzo Pitti, l’Istituto Francese, il Museo Stibbert, la Biblioteca Nazionale e tanti altri luoghi testimoni della vita culturale fiorentina.

L’associazione degli amici che gettava un ponte fra il Teatro ed il mondo esterno era ciò che i fondatori avevano auspicato e ciò che abbiamo cercato di realizzare anche con una serie di concerti, eseguiti da gruppi cameristici dell’orchestra del Maggio, che si svolgevano nel “Giardino degli Ananassi” nel cuore del giardino di Boboli e inoltre con l’iniziativa battezzata “Il Maggio in Vetrina” che da molti anni, grazie ancora all’attività instancabile di un gruppo di volontari, permette alle opere ed ai balletti in scena durante il Festival del Maggio Musicale di riflettersi nelle vetrine di alcune strade fiorentine.

Ci siamo fatti carico per anni dell’accoglienza che Firenze deve offrire agli artisti chiamati dal Teatro. Avevamo pochi anni di vita quando abbiamo ospitato a cena l’intera orchestra dei Wiener Philharmoniker, più tardi toccò al Maestro Claudio Abbado con la Chamber Orchestra of Europe ed anche al Maestro Seiji Ozawa insieme con la sua orchestra MITO. Abbiamo festeggiato il compleanno del maestro Pierre Boulez, il ritorno a Firenze del maestro Riccardo Muti e la presenza a Firenze di tanti personaggi eccellenti del mondo della musica. Per gli amici del teatro tuttavia i momenti più belli sono le occasioni in cui possiamo stringerci intorno al maestro Zubin Mehta, alla nostra orchestra, al nostro coro ed al nostro balletto per esprimere a tutti loro il nostro affetto, la nostra stima e la nostra gratitudine.

Questo è il bilancio (molto parziale) di 25 anni di attività che sarebbe tutto sommato relativamente soddisfacente se nel corso degli ultimi anni non fosse intervenuta la grande crisi finanziaria che, con i suoi drastici tagli dei contributi alla cultura, ha messo in pericolo l’esistenza stessa del Teatro. Anche la nostra associazione senza sostegno esterno non sarà più in grado di far fronte alle sue più importanti necessità ne tanto meno di finanziare le sue iniziative. La situazione a Firenze è purtroppo simile a quella di altri teatri italiani: 14 enti lirici sono in sofferenza sul nostro territorio, solo uno di loro, la Scala, riesce a vivere meglio degli altri grazie ad un trattamento finanziario più favorevole da parte del Ministero ed anche a un notevole sostegno da parte dei privati, del Comune e della Regione.

Anche per noi, come per le altre associazioni culturali fiorentine, i contributi dall’esterno sono stati ridotti ed abbiamo dovuto rinunciare ai programmi per noi più onerosi come i concerti in Boboli e le “Convergenze” per concentrarci sulle attività portate avanti dai nostri volontari.

Abbiamo tuttavia una nuova carta da giocare nella lotta per la sopravvivenza della lirica nel paese considerato il tutto in mondo come patria della musica e in particolare nella nostra città che ha visto nascere, più di quattrocento anni fa il “recitar cantando”. Questa carta si chiama “Confederazione Italiana delle Associazioni e Fondazioni per la musica lirica e sinfonica” che vede 27 associazioni sostenitrici delle realtà musicali sparse per l’intero territorio italiano riunite in un sodalizio che nel 2006 ha avuto un riconoscimento ministeriale con la qualifica di associazione di promozione sociale. La confederazione è diventata una realtà importante la cui voce viene ascoltata nelle commissioni ministeriali. I progetti collettivi sono tanti: dalla richiesta formulata presso la commissione italiana dell’UNESCO per il riconoscimento dell’Opera quale Patrimonio Immateriale dell’Umanità, alla creazione di un premio Oscar della Lirica nel quale è il pubblico a premiare le personalità eminenti del mondo della lirica o i giovani più meritevoli che abbiano fatto recentemente i primi passi sul palcoscenico dell’opera. L’estate scorsa la premiazione si è svolta all’Arena di Verona, l’anno prossimo sarà a Roma alle terme di Caracalla dove speriamo di vedere numerosi soci delle nostre 27 associazioni aderire all’iniziativa.

Essere uniti agli altri ci darà più forza per sostenere il nostro Teatro che più che mai ha bisogno di essere riconosciuto come forse il più importante polo di cultura in città. Dovremo chiedere a tutti gli amici del Teatro del Maggio di essere, ognuno nella propria realtà, ambasciatori del Teatro del Maggio affinché i fiorentini tutti si rendano conto di possedere con l’orchestra , il coro, il corpo di ballo e le maestranze tutte del Teatro un tesoro che, come tutti i tesori, va custodito con vigile attenzione. Se il nostro teatro dovesse chiudere i battenti o semplicemente rinunciare al suo livello di eccellenza saremmo tutti più poveri ed il mondo della cultura italiana risulterebbe gravemente ferito.

Non possiamo tuttavia pensare che il Governo centrale faccia fronte a tutte le nostre necessità.

I fiorentini, anzi i toscani tutti (quanti pullman con targa LI o PT si vedono fuori dal Teatro in occasione degli spettacoli!) devono sentirsi responsabili di fronte ad un compito urgente: salvare il Maggio, salvare la musica a Firenze, permettere alla nostra città di rappresentare anche nel futuro un importante polo musicale nel panorama europeo. E anche Firenze avrà una nuova carta da giocare: l’apertura del nuovo Teatro che non solo porterà l’attenzione di tanti melomani verso la nostra città ma permetterà, usufruendo di impianti scenici moderni e di un’acustica perfetta, di migliorare ancora il livello delle nostre produzioni.

Sappiamo bene che la struttura economica e produttiva di Firenze rende arduo il reperimento di fondi significativi per l’attività del Teatro ma sappiamo anche che la nostra è una città aperta alla crescita culturale. È nostra intenzione concentrare ogni risorsa dell’associazione ad una precisa e costante azione volta a stimolare l’interesse per la programmazione del Teatro del Maggio attraverso l’azione nei quartieri e nelle scuole insieme alle conferenze rivolte al pubblico elaborando una politica culturale sempre più mirata ai giovani sostenendo, come già abbiamo fatto in passato, le giovani promesse del “Maggio Formazione” ed augurandoci di riuscire ad istituire delle borse di studio che consentano ai più meritevoli di approfondire il loro approccio alla musica.

Questo dovrà essere l’impegno di tutti noi che portiamo avanti gli ideali del gruppo che, venticinque anni fa, ha voluto darsi il nome di “amici” per significare un attaccamento al Teatro del Maggio che vuol essere non solo affettivo ma simbolo della nostra volontà di aiutare la rinascita a Firenze una nuova attenzione verso le grandi realtà musicali e verso una più approfondita conoscenza della musica.



Associazione Amici del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Piazzale Vittorio Gui, 1 - 50144 - Firenze
Tel. +39 055 290 838 Email: info@amicidelmaggio.it
P.IVA.: IT04447920481